"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

sabato 21 maggio 2016

Essere empatici, gentili e altruisti? E' qualcosa che si può imparare e allenare da piccolissimi. Già quando si hanno dai due ai tre anni. Basta insegnare ai bambini a comprendere le emozioni, a esprimerle, a conoscerne le cause e imparare a regolarle. Il tutto come se fosse un gioco. Sarebbero questi i risultati di una ricerca italiana condotta dall'Università Bicocca di Milano su un campioni di bambini tra i due e i tre anni. Lo studio, 'How to foster toddlers’ mental-state talk, emotion understanding and prosocial behavior: A conversation-based intervention at nursery school', è stato pubblicato sulla rivista Infancy nel mese di settembre. Il trucco? Imparare da piccoli a conoscere e riconoscere le emozioni La ricerca è stata condotta su un campione di centocinque bambini, di età compresa tra i due e i tre anni. I piccoli, iscritti a sette asili nido dell'hinterland milanese, sono stati divisi in due gruppi: uno sperimentale e uno di controllo.

Riccardo Lautizi

Il sistema scolastico migliore al mondo? E’ quello che ha meno ore di lezione, l’anno scolastico più corto e praticamente niente compiti a casa. Eppure sebbene conosciamo i dati statistici delle altre nazioni, in Italia si continua a costringere i bambini a stare sui banchi di scuola senza considerare il fatto che è controproducente.
Il professor Yvan Touitou, un cronobiologo professore alla Faculté de médecine de la Pitié Salpêtrière, ha spiegato al Corriere della Sera che i bambini hanno bisogno di riposare, di giocare e di relazionarsi, solo così possono sviluppare i loro talenti.
Touitou si concentra sui bambini delle elementari e spiega che i loro ritmi sono fondamentalmente diversi da quelli di un adulto: “Gli orari scolastici convenzionali non sono adatti alla loro capacità di concentrazione. E’ assurdo chiedere quattro o cinque ore di attenzione di fila, quando si sa che il picco per un bambino di dieci anni è nella seconda parte nella mattinata, tra le dieci e le undici.”
Forse in Italia pensiamo che in tutto il mondo il sistema scolastico è lo stesso, ma invece non è proprio così.