"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

giovedì 17 dicembre 2015

Una riflessione di Janusz Korczak che dedica al lettore adulto



Una riflessione di Janusz Korczak che dedica al lettore adulto
Dite:
È faticoso frequentare i bambini. Avete ragione.
Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli

L'alfabeto delle emozioni


di Laura Ferraresi
L’analfabetismo emotivo dilaga nella nostra società, la rabbia, la paura irrompono nelle nostre case, nelle nostre scuole, e le forme di violenza verso se stessi ( anoressia, bulimia, alcolismo, tabagismo, droghe) e verso gli altri ( bullismo, pressioni psicologiche, pregiudizio) sono la punta di un iceberg di un fenomeno che pare non abbia intenzione di arrestarsi.

Concediamo ai nostri bambini e alle nostre bambine la possibilità di scoprirsi diversi da come la società li vorrebbe, più autonomi proprio in quegli aspetti che dovrebbero essere più a loro misura, le emozioni, sapendole decifrare, riconoscere e comunicare.
Consentiamo ai bambini di imparare a:
Trasmettere L'AMORE
Gestire LA RABBIA
Immergersi NELLA GIOIA
Disegnare LA PACE
Accogliere L'AMICIZIA
Riconoscere LA PAURA
e.......Condividere questa avventura con gli adulti e gli amici che gli sono accanto .  

Le bugie bianche


   di LAURA FERRARESE
Per amore dei nostri figli, possiamo arrivare a raccontare bugie a fin di bene, perchè desideriamo per loro un mondo perfetto, una famiglia perfetta o una scuola perfetta. Ma la perfezione non esiste nel nostro mondo e quando i nostri figli scoprono la verità e cioè che ognuno di noi può sbagliare e che non siamo perfetti, perdono il ripsetto per noi, perdono la fiducia che avevano in noi. Ciò che era stato detto per attutire i colpi della realtà non diventa altro che una forma di inganno e di diffidenza.
La verità, non vuol dire caricare i nostri figli del peso della realtà, ma saper rispettare la loro capacità di comprendere, la loro capacità di ascoltare, il loro tempo di metabolizzare.

Affrontare la diversità con parole in rime



DI LAURA FERRARESI  http://www.lauraeffe.it
 © Illustrazione Diane Duda (Dedicato a Chiara)
            
                   Rosabella la pecorella

Viveva in un prato di un verde variegato
grande quanto uno sguardo incantato
un gregge di pecorelle
tutte morbide, beate e belle.
I loro giorni trascorsi nei pascoli verdi
erano sempre uguali di cui il conto tu perdi.
Per tutte quelle pecorelle era gioia viva,
ma per una sola era una noia infinita.
Rosabella, così si chiamava,
aveva mille pensieri a cui pensava,
mille modi diversi di vivere la giornata
tanto da far perdere la testa alla sua mamma adorata.
I suoi non eran dispetti
erano piccoli giochetti
per vedere cosa avrebbero fatto gli altri piccoletti
così obbidienti dentro al gregge
che nessuno ammonisce o li corregge.
Perchè solo io, pensò Rosabella,
son così diversa e mi sento più lontana di una stella?
Un giorno lo domandò alla sua mamma
che la strinse al cuore e quasi cantò una ninna nanna.
"Dentro di te cresce libero il canto della natura
che rende meravigliosa ogni creatura.
Tu solo lo senti in questo gregge di pecorelle
per questo ti senti sola e non in mezzo a delle sorelle.
Quindi,amore mio, canta piano piano il canto tuo
e insieme a te io canterò il mio,
aiutiamo chi sta vicino a noi
a credere in sè e non ai pensieri altrui."
E fu così che Rosabella insieme alla sua mamma
iniziarono a cantare la loro storia più bella
quella dei cuori così beatamete felici
che non si senton soli tra le altre mille voci,
ma son parte di un coro intero
dove ogni piccola nota ha il suo valore vero.

Io non sono un disabile sono un bambino

Gli adulti ancora non riescono ad insegnare il grande valore dell'alterita' tramite il quale si possono concretamente proteggere tutti i bambini e le bambine. Quando si e' piccoli, infatti, non siamo in grado di proteggerci da soli, non abbiamo gli strumenti, non abbiamo le capacita' cognitive ne emotive, soprattutto se nessuno ci fa capire che non c'e' niente di male a non essere come gli altri.
Ma questo dovrebbe essere il compito degli adulti, degli educatori, degli insegnanti, perche' sono loro che dovrebbero decostruire ogni forma di stereotipo, ogni forma di pregiudizio spiegando che la diversita', se da un lato non ci definisce come persona (io non sono il mio essere disabile, nero, musulmano, maschio, femmina), dall'altro ci rende unici con le nostre specifiche competenze, abilita' ed emozioni.
Laura Ferraresi